Novità

  • Comunicati stampa
  • Previdenza & Investimenti
  • Research & Studi
30.09.2021

Barometro della previdenza Raiffeisen 2021: cala la fiducia della popolazione svizzera nell'AVS, mentre la previdenza privata acquisisce importanza

  • La maggior parte della popolazione svizzera è propensa alla responsabilità personale per quanto riguarda la previdenza.
  • La pandemia da coronavirus accresce le esigenze previdenziali.
  • Il consenso nei confronti dell'età pensionabile flessibile è aumentato.
  • Molte più persone investono gli averi previdenziali privati in titoli.
     

San Gallo, 30 settembre 2021. La previdenza per la vecchiaia privata ha acquisito ulteriore importanza in Svizzera. Dal quarto Barometro della previdenza Raiffeisen è emerso che con oltre il 76 per cento, la maggioranza degli svizzeri fa affidamento sulla responsabilità personale. Ciò incide positivamente sul comportamento previdenziale: quanto più ci si sente in dovere, tanto più si ricorre a un prodotto del terzo pilastro. Vi sono, tuttavia, significative differenze a seconda dell'età e della regione: il senso di dovere cresce all'aumentare dell'età. La responsabilità personale in ambito previdenziale è più forte nella Svizzera tedesca, mentre è meno diffusa nella Svizzera romanda. Allo stesso tempo, le conoscenze in materia di previdenza restano a un livello basso in tutta la Svizzera.

 

La crisi da coronavirus accresce le esigenze previdenziali

La fiducia nella previdenza per la vecchiaia privata è nettamente aumentata rispetto agli anni precedenti (+7,2 punti percentuali). È anche leggermente salita la fiducia nei confronti della previdenza professionale, dal 14,6 per cento al 17,8 per cento. Ciò è anche da ricondurre al fatto che le Casse pensioni dispongono di finanze solide e hanno superato bene la crisi da coronavirus. La fiducia nei confronti dell'AVS non aveva invece mai registrato livelli così bassi nei sondaggi precedenti. L'esigenza di occuparsi personalmente della previdenza viene ulteriormente alimentata dalla crisi da coronavirus. Alla domanda su come le loro esigenze riguardo alla previdenza per la vecchiaia siano cambiate nel corso della crisi da coronavirus, circa il 16 per cento degli intervistati ha risposto di voler risparmiare di più. Quasi altrettanti (14 %) vorrebbero andare in pensione anticipatamente. Con quasi il 20 per cento, questo desiderio è più forte tra i lavoratori più anziani. Durante la crisi da coronavirus per molti è emersa anche l'esigenza di chiarire specifiche tematiche previdenziali, come per esempio redigere un testamento, le direttive del paziente o un mandato precauzionale. Allo stesso tempo, però, quasi la metà degli intervistati non vede alcun motivo per modificare il proprio comportamento previdenziale.

 

Aumenta il consenso nei confronti dell'età pensionabile flessibile

Nell'ambito della riforma della previdenza per la vecchiaia la modifica dell'età pensionabile è sempre al centro del dibattito. L'attuale Barometro della previdenza mostra che la maggioranza, pari a oltre il 76 per cento, è a favore di tale adeguamento. Il 21,5 per cento vuole mantenere la situazione attuale. Le opinioni si dividono per quanto concerne la concreta configurazione delle modifiche. Un buon terzo degli intervistati è favorevole ad aumentare l'età pensionabile a 65 anni per entrambi i sessi. Circa il 30 per cento è invece dell'idea che non dovrebbe più esistere un'età pensionabile fissa ed è a favore di una depoliticizzazione dei parametri. Il consenso verso la flessibilizzazione dell'età pensionabile è leggermente aumentato di ulteriori 0.8 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Soprattutto i giovani adulti desiderano un inizio più flessibile del pensionamento. Lavorare oltre l'età pensionabile è invece un'opzione per un numero sempre minore di persone. Nel 2018 il 21% degli intervistati ha dichiarato di non voler continuare a lavorare dopo il raggiungimento dell'età di pensionamento ordinaria. Nel frattempo, la percentuale è cresciuta a oltre il 25%.

 

Il risparmio in titoli acquisisce importanza

Più di un terzo degli intervistati considera lo sviluppo demografico il principale rischio per il finanziamento della previdenza per la vecchiaia. Al secondo posto segue il timore del calo dei rendimenti. Il conto previdenza 3a continua a essere lo strumento di previdenza preferito con il 45,3 per cento, ma la previdenza tramite titoli diventa sempre più popolare a fronte dei bassi tassi d'interesse sul conto di risparmio. Rispetto all'anno scorso, quest'anno un numero decisamente superiore di svizzeri ha investito averi previdenziali privati in titoli (+8.1 punti percentuali). L'investimento in titoli è particolarmente popolare tra i giovani, tra gli uomini e nella Svizzera tedesca. I risparmiatori si affidano sempre più spesso alle soluzioni previdenziali digitali, che secondo gli intervistati devono essere soprattutto semplici da usare ed economici. Circa un terzo degli intervistati desidera però discutere ancora i prodotti d'investimento con un consulente e stipularli di persona. Ciò riguarda soprattutto gli intervistati che dispongono di scarse conoscenze in ambito previdenziale.

 

Il Barometro della previdenza

Il Barometro della previdenza si basa su un'indagine demoscopica effettuata su 1'041 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni dall'Istituto Link tra il 22 e il 30 giugno 2021 e sull'analisi di dati economici. I risultati del sondaggio sono rappresentativi di tutte le regioni della Svizzera e mostrano qual è la situazione finanziaria della previdenza per la vecchiaia in Svizzera. Il Barometro della previdenza è stato pubblicato la prima volta nel 2018 e viene rilevato ogni anno per raccogliere costantemente nuove conoscenze sul tema della previdenza. Mentre nell'allestimento del Barometro della previdenza Raiffeisen raccoglie il punto di vista di imprenditori e consumatori, la ZHAW School of Management and Law si occupa della parte scientifica.

La pubblicazione completa è disponibile su raiffeisen.ch/barometro-previdenza.