Signor Hänni, da quanto tempo il Raiffeisen Futura – Swiss Stock investe in Georg Fischer?
Ho investito per la prima volta in Georg Fischer nel 2002. La mia filosofia d'investimento consiste nell'includere di volta in volta nei portafogli azionari aziende di diversi settori e dimensioni, in modo da ripartire il più possibile i rischi. Questo vale anche per il Raiffeisen Futura – Swiss Stock. Georg Fischer è un'impresa industriale di medie dimensioni, calcolate in base alla sua capitalizzazione di mercato di CHF 5.2 miliardi a metà giugno 2025, ed è quindi quotata alla Borsa svizzera nel segmento delle cosiddette small e mid cap. Quando ho aggiunto Georg Fischer al portafoglio, il suo corso azionario si aggirava intorno ai CHF 17. A metà giugno 2025, era pari a CHF 63, il che corrisponde a una performance cumulativa del 510%. Nello stesso periodo, il mercato azionario svizzero ha guadagnato il 285%, misurato sullo Swiss Performance Index.
Perché ha incluso l'azione Georg Fischer nel Raiffeisen Futura – Swiss Stock?
Passo volentieri questa domanda ad Anca Rafaisz. È gestrice di portafoglio e analista del mio team specializzato in azioni svizzere, che tiene sotto stretta osservazione circa 120 aziende svizzere. Anca segue da vicino le aziende del settore industriale e ha pertanto esaminato in dettaglio anche Georg Fischer.
Signora Rafaisz, cosa è emerso dalla sua analisi?
Dopo aver vagliato una grande quantità di dati finanziari rilevanti, incontrato diversi rappresentanti della dirigenza di Georg Fischer, effettuato confronti con i concorrenti di Georg Fischer e discusso la questione con colleghi professionisti di altri istituti finanziari, sono giunta alla conclusione che il corso delle azioni di Georg Fischer era ben lontano dal riflettere il valore reale dell'impresa. Ho quindi discusso di questo sottovalutato titolo con il mio capo. Neanche lui ha trovato obiezioni all'elevata qualità dell'azienda Georg Fischer e ha accettato la conveniente opportunità d'acquisto.
Quali criteri di qualità specifici ha soddisfatto l'azienda?
Quello che abbiamo constatato allora è vero ancora oggi: Marc e io consideriamo il management di Georg Fischer affidabile e competente. Esso persegue una strategia lungimirante, che ha permesso all'azienda di raggiungere una posizione di rilievo all'interno del mercato globale, anche grazie a un'eccezionale forza innovativa e a un modello aziendale a prova di crisi. Riteniamo sano il bilancio, con una posizione di capitale di terzi relativamente ridotta; inoltre consideriamo solido l'andamento del fatturato, degli utili, dei margini e dei dividendi ed esemplare la cultura aziendale. Questi punti sono sempre in cima alla lista di controllo che utilizziamo per valutare ogni acquisto di azioni per i nostri portafogli.
Quale attività gestisce Georg Fischer?
L'impresa industriale offre alla sua clientela globale prodotti e soluzioni innovativi per il trasporto di liquidi e gas. Al momento, tuttavia, Georg Fischer sta riorganizzando la propria attività. La divisione «Piping Systems», che comprende sistemi di tubazioni, valvole e tecnologie di misurazione per un'ampia gamma di settori, come quello idrico, alimentare, energetico, chimico, microelettronico e delle scienze della vita, verrà mantenuta. La divisione «Flow Solutions», con soluzioni per l'industria, le infrastrutture e gli edifici, diventerà il futuro core business, comprendente la fornitura e la gestione dell'acqua calda e fredda, soluzioni di riscaldamento e raffreddamento, sistemi di scarico e applicazioni speciali. Georg Fischer ha appena venduto la sua divisione «Machining Solutions», con macchine di produzione per l'industria energetica, elettronica e aerospaziale, a un produttore di rettificatrici specializzato. L'azienda sta attualmente esaminando le opzioni strategiche per la divisione «Casting Solutions», che produce componenti in ghisa per la costruzione leggera.
Perché questo riorientamento?
Con questa trasformazione, Georg Fischer si adegua ai cambiamenti di natura tecnologica, normativa e climatica. Con il nuovo focus su «Flow Solutions», l'azienda mira a diventare leader di mercato globale in questo campo di attività. L'infrastruttura esistente per il trasporto di sostanze liquide e gassose è in gran parte obsoleta e deve essere sostituita per garantire un approvvigionamento sicuro ed efficiente. I recenti eventi climatici estremi hanno ad esempio reso necessaria una migliore protezione contro le inondazioni o il gran caldo. La transizione energetica volta a ridurre le emissioni inquinanti richiede tecnologie all'avanguardia e materiali ecologici. Sono questi i settori in cui il management di Georg Fischer rileva promettenti opportunità di crescita. Io concordo con questa valutazione, anche perché il successo commerciale dell'azienda si è sempre basato sulla sua forza innovativa.
Ritiene che la concentrazione su un minor numero di settori di attività sia una mossa intelligente?
Una diversificazione troppo ampia potrebbe rendere più difficile per Georg Fischer affermarsi come leader del mercato globale. Con questa mossa strategica, l'azienda si sta creando fra l'altro un maggiore margine di manovra finanziario. Attraverso una serie di delocalizzazioni, è stata inoltre in grado di creare sinergie all'interno delle restanti divisioni, aumentando in tal modo l'efficienza. Il ricavato della divisione ceduta consentirà all'azienda di effettuare nuovi investimenti nel suo core business, essenziali in campo tecnologico per rimanere all'avanguardia. Georg Fischer ha appena concluso l'acquisizione del Gruppo VAG, con sede a Mannheim (Germania), che produce e vende in tutto il mondo soluzioni di valvole per l'approvvigionamento idrico. Georg Fischer consolida così il suo posizionamento di mercato nel settore delle infrastrutture, in particolare in Europa e in Medio Oriente.
In che misura Georg Fischer è interessata dalla nuova politica dei dazi statunitense?
Georg Fischer rifornisce da tempo gli Stati Uniti con i propri impianti di produzione locali, per cui i nuovi dazi non dovrebbero costituire un grosso ostacolo. Tuttavia, le vendite potrebbero essere influenzate da altri decreti emanati dall'amministrazione Trump, che ad esempio si sta allontanando dagli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. È possibile che, per la sostituzione dell'infrastruttura idrica ormai obsoleta, si opti per il passaggio a prodotti più economici rispetto alle soluzioni di Georg Fischer incentrate sulla sostenibilità. D'altro canto, Georg Fischer potrebbe trarre vantaggio dal vasto progetto infrastrutturale in Germania, per il quale il nuovo governo tedesco ha recentemente allentato il freno all'indebitamento, stanziando 500 miliardi di euro.
Quanto è importante la sostenibilità per il management di Georg Fischer?
Presso Georg Fischer la sostenibilità è parte integrante delle attività operative e della cultura aziendale. Lo si evince anche dall'ultimo rapporto sulla sostenibilità dell'azienda, che stima al 76% la quota di fatturato derivante da prodotti e soluzioni che apportano benefici sociali o ambientali agli acquirenti. Nel 2023, prima dell'acquisizione di Uponor – diventata in seguito la divisione «Building Flow Solutions» – questa percentuale era solo del 68%. Ciò significa che Georg Fischer ha già superato l'obiettivo del 74% fissato per la fine del 2025. Con il suo nuovo focus strategico su «Flow Solutions», Georg Fischer sta affrontando in modo proattivo e mirato le sfide globali della scarsità d'acqua e dell'efficienza energetica. Tra le novità dell'offerta ci sono, ad esempio, i tubi a base biologica, la cui impronta di carbonio è inferiore fino al 90% rispetto a quella dei tubi in polietilene, derivanti da materie prime fossili. Negli ultimi cinque anni, Georg Fischer ha dimezzato le sue emissioni di CO2. Il calo del numero di infortuni sul lavoro dimostra che anche la sicurezza del personale è di grande importanza per il management.
Con che frequenza parla con il management di Georg Fischer?
Marc e io manteniamo uno stretto contatto con la Direzione del Gruppo attraverso colloqui regolari o visite al CEO, al CFO o ai responsabili delle divisioni. Visitiamo anche gli impianti di produzione in loco. Durante la nostra ultima visita alla sede, abbiamo visto all'opera collaboratori soddisfatti e motivati, che ci hanno mostrato con orgoglio il loro lavoro. Da quando Raiffeisen Futura – Swiss Stock investe in Georg Fischer, organizziamo regolarmente le cosiddette «Governance Call», alle quali partecipano rappresentanti del Consiglio di amministrazione di Georg Fischer, di solito il Presidente del CdA.
Signor Hänni, come valuta l'attuale contesto degli investimenti?
Negli ultimi tempi i mercati finanziari hanno subito forti oscillazioni, poiché l'imprevedibilità del governo Trump ha destabilizzato molti investitori. Negli Stati Uniti la nuova politica dei dazi ha turbato il clima imprenditoriale e i consumi. L'economia del Paese sta già rallentando e si teme inoltre una recessione. I nuovi dazi sulle importazioni potrebbero alimentare l'inflazione e impedire alla banca centrale Fed di abbassare il suo tasso di riferimento. Oltre alla politica commerciale statunitense, il mercato azionario elvetico è influenzato anche dalla politica monetaria della Banca nazionale svizzera. La recente riduzione del tasso di riferimento allo 0% dovrebbe favorire i consumi interni e il settore delle esportazioni. Tuttavia, quest'ultimo dipende anche dalla situazione congiunturale in Europa, dove la Svizzera ha importanti partner commerciali. L'incertezza geopolitica è aumentata ulteriormente con l'escalation del conflitto a Gaza nella guerra tra Israele e Iran. Ciononostante, per quel che riguarda le azioni svizzere sono cautamente ottimista. Secondo le mie stime a dodici mesi, infatti, gli utili di tutte le società quotate sul mercato azionario svizzero dovrebbero registrare in media una crescita nella fascia alta a una cifra e quelli delle società del segmento dei titoli secondari una crescita di un buon 14%. Anche se la congiuntura in Europa o in Cina dovesse migliorare solo leggermente, ritengo che le small e mid cap dovrebbero beneficiarne in misura superiore alla media. Georg Fischer è una di loro.
La forza del franco svizzero è un problema per Georg Fischer?
La Banca nazionale svizzera ha frenato la forza del franco abbassando il tasso di riferimento a metà giugno. Essa è infatti dannosa per l'intero settore delle esportazioni svizzere, in quanto potrebbe dissuadere i partner commerciali esteri dall'effettuare ordini, dai quali anche Georg Fischer dipende in quanto azienda orientata alle esportazioni. Tuttavia, non è un fenomeno nuovo. Molte aziende svizzere di successo hanno imparato da tempo a gestire questo handicap, compensandolo con l'elevata qualità dei loro prodotti e servizi. La clientela fedele non è disposta a rinunciarvi, anche se deve pagare di più. Georg Fischer vanta questo potere di determinazione dei prezzi e contribuisce a decidere chi ha l'ultima parola nell'ambito della concorrenza globale.
Com'è posizionato attualmente il Raiffeisen Futura – Swiss Stock?
Di recente ho aumentato le posizioni in Bucher Industries, Geberit, Givaudan, Jungfraubahn, Logitech, Sandoz, Sika, Sonova e Straumann. Ho invece ridotto le posizioni in Julius Bär, Novartis, Orior, Partners Group, Roche, Schindler, Sulzer, e Swiss Re. I numerosi nomi testimoniano la mia scelta di puntare su un'ampia diversificazione del portafoglio e sulla sua gestione attiva.
Ha qualche consiglio per mantenere la calma in questi tempi burrascosi?
Non è un segreto che le condizioni di investimento possano cambiare all'improvviso e che le azioni siano soggette a oscillazioni dei corsi, spesso anche notevoli. Il mio rimedio è un portafoglio ampiamente diversificato con titoli di qualità selezionati, che modifico in modo flessibile a seconda delle necessità. Opero in questo modo da molti anni. Questo approccio ha consentito al Raiffeisen Futura – Swiss Stock di ottenere il suo ragguardevole andamento del valore a lungo termine. Con questa strategia, neppure la «furia dei dazi» è motivo per disperarsi e abbandonare gli investimenti azionari.