Novità
- Imprenditorialità
Le PMI che fanno affari con gli Stati Uniti si aspettano un'ulteriore escalation dei dazi
- Ultimamente, la fiducia delle PMI industriali svizzere non è ulteriormente peggiorata e nel mese di aprile l'attività economica ha addirittura registrato un lieve incremento
- Per l'industria svizzera è fondamentale che il commercio mondiale non sia gravato da ulteriori ritorsioni e nuovi dazi
- Le PMI che fanno affari con gli Stati Uniti prevedono un ulteriore aumento del peso dei dazi e l'introduzione di dazi «reciproci»
San Gallo, 2 maggio 2025. Ad aprile il PMI delle piccole e medie imprese di Raiffeisen supera la soglia di crescita di 50. Dopo avere toccato 47.9 punti a marzo, l'indice è salito a 50.9, portandosi appena oltre la soglia di espansione. Il lieve incremento dell'attività economica è tuttavia riconducibile soprattutto agli effetti anticipatori. Le aziende statunitensi hanno fatto scorta di semilavorati per tutelarsi dai dazi ancora più elevati o da eventuali problemi di approvvigionamento. Lo stesso hanno fatto, in parte, anche le aziende europee e l'industria svizzera sembra averne beneficiato ad aprile.
Tuttavia le prospettive rimangono fosche, soprattutto per le PMI che esportano negli Stati Uniti. Come mostra un sondaggio straordinario condotto nell'ambito del rilevamento del Purchasing Manager Index delle piccole e medie imprese, le PMI svizzere che fanno affari con gli Stati Uniti si stanno preparando al peggio. Circa il 70% delle aziende intervistate che esportano negli Stati Uniti prevede che il peso dei dazi aumenterà ulteriormente, ovvero che saranno introdotti i dazi «reciproci» che sono stati sospesi per 90 giorni dal Presidente Trump. Il timore è che tra due anni il peso dei dazi potrebbe comunque essere superiore a quello attuale.
Allo stesso modo, dal sondaggio emerge che per l'industria svizzera è fondamentale che nel commercio mondiale non si arrivi a ulteriori ritorsioni e nuovi dazi. Il mercato interno, infatti, rimane di secondaria importanza, come conferma il sondaggio straordinario di Raiffeisen. Solo poco meno di un quinto delle PMI prevede che il mercato svizzero acquisirà d’importanza a seguito degli sviluppi della politica mondiale. La grande maggioranza di esse non prevede di riorientare la propria attività al mercato nazionale. Secondo loro, l'accesso ai mercati internazionali rimane senza alternative. «Nessuna delle PMI intervistate prevede entro il 2027 un ritorno alla situazione precedente al 2025», afferma Domagoj Arapovic, economista presso Raiffeisen Svizzera.
- Comunicato stampa (PDF, 140.3KB)
- PMI – Aprile 2025