Il valore locativo è stato introdotto nel 1934, sotto forma di “contributo federale di crisi”, invocando il diritto d’urgenza e al fine di rinvigorire le finanze federali. Nel 1958 è stato ripreso nel diritto ordinario. La storia ci conferma che, una volta introdotte, le tasse svizzere non scompaiono quasi mai! Eppur qualcosa si muove ora… Si riflette se eliminare il valore locativo, da anni motivo d’irritazione dei proprietari d’immobili. La Commissione dell’economia e dei tributi (CET) del Consiglio degli Stati propone un nuovo sistema. Alexandra Perina-Werz, specialista in questioni sanitarie e sociali, spiega di che si tratta in quest’intervista.
Intervista all'esperta di politica Alexandra Perina-Werz
Intervista: Pius Schärli
Per gli oltre 1,5 milioni di proprietari, il valore locativo rimane poco chiaro. Perché mai devono pagare un’imposta su un reddito che non ricevono di fatto? Qual è l’opinione politica a tal proposito?
Alexandra Perina-Werz: Sono soprattutto i partiti di centro-destra che comprendono e condividono l’irritazione della popolazione e che cercano da anni di modificare il sistema. Se si introduce l’espressione “valore locativo” nella banca dati del Parlamento, essa produce ben 260 risultati. Il valore locativo è uno dei temi che ritorna spesso sulla scena politica, che sia sotto forma d’intervento parlamentare o d’iniziative popolari.
Anche i politici trovano dunque ingiusto il valore locativo?
Durante le più recenti deliberazioni al Consiglio nazionale e a quello degli Stati del 2017, sia la destra che la sinistra hanno insistito sul fatto che l’aumento del reddito imponibile dovuto al reddito fittizio del valore locativo non fosse equo. I proprietari di case più anziani normalmente hanno un reddito più basso una volta pensionati e spesso non hanno più interessi sull’ipoteca da dedurre. La proprietà immobiliare quale previdenza contro la vecchiaia perde dunque d’interesse diventando invece un onere finanziario. Inoltre, vi è uno squilibrio tra il reddito fittizio supplementare e la deduzione degli interessi sul debito poiché i tassi d’interesse continuano a rimanere bassi: le deduzioni sono molto meno importanti a causa della caduta dei tassi d’interesse.
In futuro, i costi di manutenzione della residenza principale non saranno più deducibili, e a livello federale non saranno più accettate le deduzioni per risparmio energetico o per l’ecologia. Lei pensa che questa proposta della commissione d’esame preliminare del Consiglio degli Stati possa riunire in sé una maggioranza?
Nel 2017, il Consiglio degli Stati ha promesso di redigere un progetto equo. Contrariamente ai progetti precedenti sulla soppressione del valore locativo, già discussi in Parlamento, i primi risultati di cui disponiamo ci lasciano ben sperare. Ma si sa, il diavolo è nei dettagli - e non è stato ancora elaborato un testo di legge. È dunque ancora troppo presto per avere un quadro definitivo.
Cosa significa concretamente la soppressione delle deduzioni energetiche e dei costi di manutenzione per i proprietari di case?
I proprietari non potrebbero più dedurre dalle tasse federali le spese effettuate per gli interventi di risparmio energetico o per la manutenzione della casa. I cantoni invece sarebbero liberi di decidere se vogliono conservare o no la possibilità di applicare tali deduzioni nella loro legislazione fiscale. Certo è che le deduzioni attuali sono per i proprietari di case anche uno stimolo a prevedere lavori di manutenzione o di miglioramento dell’efficacia energetica.