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«Ci sentiamo alla grande»
Alla nostra ultima visita al ricamificio, due settimane dopo il trasloco, Denise Gehrig e Wolfgang Kelemen hanno detto di non sentirsi ancora del tutto a casa. Nel frattempo la famiglia si è acclimatata e ora si sente a suo agio nelle proprie quattro mura. È tempo per una retrospettiva sull'avventura di un anno.
È un freddo mattino d'inverno. Fiocchi di neve danzano nell'aria davanti al ricamificio, nel cortile del vicino i polli beccano nell'erba. È passato un po' di tempo da quando Denise Gehrig, Wolfgang Kelemen e i due figli si sono trasferiti nel ricamificio. Oggi si sentono «alla grande», afferma Wolfgang Kelemen con volto raggiante nel suo più schietto dialetto. «Qui siamo tanto felici», conferma Denise Gehrig. Il piccolo Lou si diverte sull'altalena al centro della zona giorno, il fratello più piccolo, Enyo, è immerso nella sua attività al tavolino per le costruzioni. La coppia si siede sulla lunga panca in legno nell'area pranzo, coperta da avvolgenti pellicce e morbidi cuscini. Mentre sorseggiamo un latte macchiato passiamo in rassegna l'avventura del ricamificio: cosa è andato bene? Cosa farebbero diversamente? E cosa consiglierebbero a tutti coloro che pensano di acquistare una casa?
1. «L'essenziale è sapere cosa si sta comprando», dice subito Denise Gehrig. Lei e Wolfgang hanno preso una decisione «di pancia». «Non bisogna lasciarsi guidare troppo dalla razionalità, dal rapporto prezzo-qualità e da quanto possa essere pratica la posizione della casa.» Per loro è stato esattamente il contrario: il ricamificio era un oggetto per amatori e di conseguenza caro, la scuola è lontana e non vi sono negozi vicini, «ma noi eravamo assolutamente convinti, e nell'ultimo anno questo ci ha permesso di superare i momenti difficili», afferma Wolfgang Kelemen.
2. La scelta dell'architetto è fondamentale. Secondo Denise Gehrig «Egli è il partner principale nella costruzione di una casa». «Deve essere entusiasta e convinto del progetto, altrimenti non ne esce nulla di buono.» Loro hanno avuto fortuna: il loro architetto era in cantiere quasi ogni giorno, parlava della casa come di un essere vivente e li ha consigliati bene: «Voleva solo il meglio per la nostra casa e sapeva il fatto suo. Non è stato sempre facile, ma abbiamo ogni volta trovato una soluzione insieme durante numerosi colloqui», afferma. Altrettanto importante è la presenza di un direttore dei lavori serio che coordini le scadenze durante la realizzazione e tenga tutto sotto controllo. «La soluzione ideale è che le due prestazioni, architettura e direzione dei lavori, provengano dalla stessa fonte.»
3. È necessario potersi staccare dalle proprie idee. «All'inizio si ha un'idea di cosa si vorrebbe. Ma costruire o ristrutturare una casa è un processo. Si aggiungono fatti nuovi, nuove conoscenze e si è costretti ad adeguare le proprie idee», dice Denise Gehrig. Suo marito annuisce: bisogna restare flessibili. «Maaaaa», replica lei, «è essenziale insistere sulle cose che si ritengono veramente importanti.» Lei, ad esempio, in cucina voleva assolutamente una copertura in calcestruzzo. Ma portare in casa questo elemento di cinque metri non era né semplice né economico, e tutti continuavano a sconsigliarglielo. «Ma io sono rimasta fedele alla mia idea, e ora ne sono molto felice.»
4. Un tema spinoso: il budget. «Bisogna fissare delle priorità», concorda la coppia. Infatti si può sempre spendere di più. Il rivestimento energetico e i materiali principali devono essere quelli giusti; tutto il resto è questione di dettagli. «A me, ad esempio, sarebbero piaciute le porte senza telaio», racconta Denise Gehrig, «ma erano semplicemente troppo care e nemmeno così importanti.» Hanno adottato la seguente strategia: abbiamo 15'000 franchi per il pavimento in legno del primo piano, vorremmo un abete rosso chiaro – cosa è possibile?
5. Che cosa fareste diversamente oggi? «Prenderei un consulente in illuminotecnica», dice subito Denise Gehrig. La luce è molto importante. Per il ricamificio non avevano un consulente illuminotecnico poiché ritenevano di potercela fare da soli. «Ma ovviamente ci mancavano le conoscenze. Occorre creare i corrispondenti punti luce.» E proprio per ambienti di grandi dimensioni quali quelli del ricamificio – ora lo sappiamo – serve un progetto illuminotecnico.
6. Fare il lavoro da soli: Denise Gehrig e suo marito hanno lavorato molto da soli. «È stata un'esperienza positiva e la consiglio a tutti», afferma Wolfgang Kelemen. Conoscevano tutti gli artigiani, e con loro hanno fatto divertenti esperienze. «In cantiere abbiamo vissuto momenti fantastici, molto personali. E abbiamo sviluppato un notevole rispetto nei confronti del lavoro degli artigiani.» Inoltre hanno constatato che a fare la differenza sono le persone presenti sul cantiere, il loro impegno e la loro passione.
7. Compromessi a favore dell'ecologia: «A malincuore abbiamo dovuto rinunciare alle belle vecchie finestre del ricamificio», dice Wolfgang Kelemen. Il costoso restauro era fuori discussione. E mantenere le vecchie finestre mal isolate sarebbe stata un'assurdità dal punto di vista ecologico. «Le nuove finestre certo non sono l'elemento della casa che preferiamo, tuttavia in tal modo abbiamo una temperatura gradevole e non ci sono né correnti d'aria né dispersioni di calore», sorride Denise Gehrig.
8. Last but not least: «Mai lasciarsi abbattere!», dice Denise Gehrig. Chi può costruire o ristrutturare una casa è un privilegiato. «Anche se a volte può essere terribilmente stressante, è un arricchimento.» Semplicemente non si deve attribuire troppo importanza al progetto. Quali interruttori vogliamo? Quale rubinetto? E quali serrature? «Queste domande in realtà sono assai irrilevanti e ciononostante improvvisamente ci si ritrova a discuterne per ore. Tutte le decisioni che si devono prendere possono rapidamente diventare stressanti.» In tal caso, l'unica cosa da fare è: respirare a fondo, e tornare all'idea iniziale.
I due si appoggiano alla parete. Dalla zona giorno si sente il cigolio dell'altalena di Lou. Fuori cadono grossi fiocchi di neve. Quali sono i prossimi piani? Denise Gehrig e Wolfgang Kelemen si guardano e sorridono. Lei dichiara: «Per il 2018 ci siamo prefissati di non fare progetti.» E lui aggiunge: «Vogliamo semplicemente restare un po' tranquilli. Piantare alberelli in giardino, bere sciroppo, giocare con i bambini e non fare assolutamente nulla.»
nel video ripercorriamo l'anno di ristrutturazione e apprendiamo dalla precedente proprietaria del ricamificio, Monika A. Schmid, se Denise e Wolfgang sono riusciti a conservare l'anima dell'immobile. |
l'Autore | Foto |
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Monique Rijks / Stefanie Rigutto | Yannick Gysin |