Ricerca sulle PMI 2023: l'ottimismo sta svanendo

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13.09.2023

Ricerca sulle PMI 2023: l'ottimismo sta svanendo

  • La maggior parte delle PMI svizzere è ottimista per ciò che riguarda la propria situazione economica. Le prospettive tuttavia stanno peggiorando
  • Le aziende intervistate prevedono un calo dei fatturati e dei margini
  • Gli elevati prezzi di energia e materie prime, la disponibilità di queste ultime e la carenza di personale qualificato rappresentano i rischi maggiori
  • Le principali richieste rivolte alla politica riguardano il miglioramento dei rapporti con l'UE, la riduzione della burocrazia e la copertura delle esigenze di personale qualificato

Zurigo, 13 settembre 2023. La Ricerca sulle PMI, pubblicata per la sesta volta da Kearney insieme a Raiffeisen, swiss export e Angst+Pfister AG, fornisce una panoramica della situazione attuale, delle sfide e delle opportunità per le piccole e medie imprese svizzere (PMI). Il quadro dell'umore generale mostra come le aziende si posizionano di fronte alle attuali sfide geopolitiche e macroeconomiche e in che modo si preparano per il futuro.

Quest'anno il sondaggio si è concentrato sulla resilienza delle aziende nel contesto attuale, ancora difficile. Le aziende intervistate sono preoccupate soprattutto per l'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, per la loro carenza sul fronte dell'offerta e per la mancanza di personale qualificato. Tuttavia, la maggior parte delle PMI ritiene di essere sufficientemente resistente alle crisi.

Dopo la valutazione piuttosto ottimistica delle PMI risultante dalla ricerca dello scorso anno, l'ottimismo sta ora velocemente svanendo. Nel 2021, il 76 per cento delle aziende intervistate prevedeva ancora uno sviluppo buono o molto buono nei successivi tre anni; nel 2022 la percentuale era del 67 per cento, mentre quest'anno è del 62 per cento. Lo scetticismo delle PMI si evidenzia, tra l'altro, nelle aspettative finanziarie. Solo la metà delle aziende intervistate prevede un aumento dei fatturati per quest'anno, mentre negli anni scorsi le relative percentuali erano del 63 per cento (2022) e del 69 per cento (2021).

Roger Reist, Responsabile Clientela aziendale, Treasury & Markets e Membro della Direzione di Raiffeisen Svizzera, prevede attualmente notevoli ostacoli per le PMI: «Il boom della domanda di beni dovuto alla pandemia si è appiattito, mentre i consumatori sono tornati a spendere di più per i servizi. Allo stesso tempo, sulla domanda dell'industria pesano un'inflazione ostinatamente elevata, soprattutto all'estero, e l'aumento dei tassi. Ciononostante, la ricerca conferma che la maggior parte delle PMI svizzere appare robusta.»

 

Adeguamento dei processi per il rafforzamento della resilienza

Lo studio ha anche analizzato come le PMI reagiscono alle situazioni di crisi e alle sfide complesse per mitigare, evitare o addirittura trarre beneficio dalle ripercussioni sull'attività. Per le PMI, clientela e collaboratori soddisfatti sono indicatori fondamentali con i quali misurare la propria resilienza. Gli indici finanziari sono invece meno decisivi. Nel periodo del sondaggio, le sfide concrete più percepite sono state i costi di materie prime, energia, trasporti e logistica. Volgendo uno sguardo agli anni a venire, tuttavia, le PMI si aspettano maggiori difficoltà, soprattutto per quanto riguarda l'accesso alla forza lavoro qualificata. Solo il 19 per cento si ritiene ben preparato riguardo alla carenza di personale qualificato.

In base ai risultati della ricerca, le PMI intervistate hanno adottato numerose misure per affrontare le sfide e le crisi. Si sono preoccupate innanzitutto di aggiornare i loro processi, soprattutto in termini di digitalizzazione. Si sono poi concentrate sugli investimenti nell'innovazione e sull'adeguamento delle strategie relative a clientela e prezzi.

Claudia Moerker, direttrice dell'Associazione swiss export, osserva che, per tagliare i costi, molte aziende hanno ottimizzato le proprie catene di fornitura mantenendo uno stock di magazzino più basso possibile: «Questa strategia ha reso le imprese vulnerabili. Per alleggerire i sistemi, le aziende dovrebbero focalizzarsi su misure a lungo termine. La regionalizzazione della base di fornitura e l'impiego di tecnologie digitali e dell'intelligenza artificiale sono fattori chiave per aumentare la resistenza alle crisi e diventare più sostenibili».

 

Lavorare sui rischi congiunturali

Rispetto al 2021, il numero di aziende che prevede un andamento da buono a molto buono nei successivi tre anni è notevolmente diminuito. Le crisi e le sfide che si sono susseguite in pochi anni hanno quindi lasciato profonde tracce sulle PMI. Sebbene molte aziende si definiscano ancora ben preparate alle crisi, contemporaneamente una grossa percentuale di imprese risente dei recenti contraccolpi economici e geopolitici. 

Come già lo scorso anno, le PMI intervistate indicano tra i maggiori rischi nei prossimi dodici mesi i prezzi elevati di energia e materie prime, l'accesso a forza lavoro e personale specializzato e, ancora una volta, la poca chiarezza delle relazioni bilaterali tra Svizzera e UE.

Dopo il fallimento dell'accordo quadro con l'UE, i rapporti bilaterali tra Svizzera e UE non hanno fatto alcun progresso. Per questo motivo, circa la metà delle aziende intervistate si aspetta che la politica risolva la questione UE. Lo studio mostra anche come l'importanza di questa richiesta aumenti proporzionalmente alle dimensioni dell'impresa. 

In considerazione dell'aggravarsi della carenza di personale qualificato, la richiesta in tal senso è in aumento rispetto agli anni scorsi, come pure l'esigenza di condizioni quadro attraenti e di un'ulteriore promozione della piazza economica. La carenza di forza lavoro specializzata, già molto evidente in ogni settore, sottolinea quanto siano necessari sforzi considerevoli sia da parte della politica che degli imprenditori. 

Lo studio «Ricerca sulle PMI», condotto dal 2018, propone ogni anno una valutazione della situazione delle PMI svizzere. Al sondaggio di quest'anno, condotto nel periodo compreso tra fine maggio e inizio luglio, hanno partecipato 382 rappresentanti di PMI svizzere. L'edizione attuale e altre informazioni sono consultabili su: raiffeisen.ch/ricercasullePMI2023