Franco forte, dazi e tassi bassi: cosa preoccupa le PMI
Mantenere il successo internazionale nonostante i prezzi elevati, far fronte ai dazi, resistere all'incertezza e investire nel futuro: le PMI svizzere hanno grandi sfide da affrontare. Fredy Hasenmaile, Economista capo di Raiffeisen, spiega i principali sviluppi.
22.07.2025
Valute: la forza del franco non è così grave come la debolezza del dollaro.
Sono passati più di dieci anni dall'ultima volta che il dollaro è stato così debole rispetto al franco. Questa è una cattiva notizia per le imprese orientate alle esportazioni. Fredy Hasenmaile, Economista capo di Raiffeisen, afferma: «I settori sensibili ai prezzi risentono del fatto che ora i loro prodotti sono relativamente più cari». Tra questi rientrano generi alimentari, macchinari o tecnologie mediche. Cita varie strategie per mantenere il successo a livello internazionale e soprattutto negli Stati Uniti: «Sarebbe importante ridurre ancora di più i costi, ove possibile, e ponderare ulteriori misure di razionalizzazione o automazione».
L'attuale andamento non dipende in primo luogo dalla forza del franco, ma piuttosto dalla debolezza del dollaro. «Ciò è dovuto alle tante incertezze generate dal governo statunitense sotto la guida del Presidente Donald Trump». Tale insicurezza induce a vedere il franco, ma non solo, come bene rifugio. «La recente forza dell'euro ha alleviato un po' la pressione sul franco. La moneta comune beneficia dell'allentamento del freno all'indebitamento in Germania e degli investimenti infrastrutturali ora possibili», spiega Fredy Hasenmaile. Al netto dell'inflazione, da inizio anno il franco ha addirittura perso un po' di valore rispetto all'euro, il che dovrebbe essere motivo di conforto per le imprese svizzere che esportano nell'UE.
Dazi: cala la fiducia nell'affidabilità degli Stati Uniti.
Nella controversia sui dazi non è ancora stata pronunciata l'ultima parola: dato che le mosse di Trump e del suo governo sono imprevedibili, la fiducia nell'affidabilità degli Stati Uniti sta calando. «L'unica cosa sicura è che l'incertezza persiste e che dobbiamo abituarci», afferma Fredy Hasenmaile. L'Economista capo consiglia a imprenditrici e imprenditori di non rimanere impietriti di fronte al pericolo, ma di cercare attivamente delle opportunità.
Chi affronta la situazione con lucidità potrebbe anche trarre vantaggio dalla politica dei dazi: «Le aziende dei paesi in cui gli ostacoli commerciali con gli Stati Uniti sono particolarmente elevati potrebbero cercare nuovi partner altrove. E qui possono entrare in gioco le PMI svizzere». Fredy Hasenmaile è comunque favorevole a una diversificazione geografica più ampia, in particolare verso l'Asia, ma anche verso il Sud America. «Grazie ai recenti accordi di libero scambio con il Mercosur e alle tecnologie digitali, oggi è molto più semplice che in passato».
«L'unica cosa sicura è che l'incertezza persiste e che dobbiamo abituarci.»
Fredy Hasenmaile
Economista capo Raiffeisen Svizzera
Tassi: tassi negativi improbabili, ma possibili.
A metà giugno la BNS ha abbassato il tasso di riferimento allo 0%. Al momento Fredy Hasenmaile ritiene che non si andrà oltre. «Gli ostacoli al ripristino di una politica di tassi negativi sono aumentati: le aspettative congiunturali dovrebbero peggiorare notevolmente per indurre la BNS a ricorrere di nuovo a tale strumento». Attualmente gli economisti di Raiffeisen prevedono piuttosto che la Svizzera scongiurerà questo scenario. La situazione attuale non è nemmeno direttamente paragonabile a quella della metà degli anni 2010, quando la BNS ha imposto per l'ultima volta tassi negativi. «Anche se si arrivasse a tanto, è improbabile che i tassi negativi durerebbero a lungo come allora».
In linea di massima, per molte imprese i tassi d'interesse bassi rappresentano una buona notizia: le condizioni per accedere al capitale e investire sono vantaggiose. È importante che le imprese colgano al volo quest'opportunità: «Le grandi incertezze globali potrebbero indurre le aziende ad aspettare e a rimandare gli investimenti. Ma sarebbe l'approccio sbagliato, perché andrebbe a scapito della crescita», afferma Fredy Hasenmaile. Il presupposto però è avere fatto bene i propri compiti in passato: «Chi oggi è ben posizionato ha le migliori opportunità di ripartire con slancio alla prossima ripresa». Ma ci vorrà un po' di pazienza: probabilmente anche nel 2026 l'economia svizzera registrerà una crescita inferiore alla media.
Fredy Hasenmaile
Economista capo Raiffeisen Svizzera
Fredy Hasenmaile è Economista capo di Raiffeisen Svizzera dal 2023 e Responsabile dell'Economic Research della Banca. Insieme al suo team analizza gli sviluppi economici e dei mercati finanziari a livello nazionale e internazionale ed è responsabile di valutare l'andamento economico e la previsione degli indici economici principali.