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Rapporto sulle opportunità 2026: le imprese svizzere mostrano resilienza e colgono opportunità

Le tensioni geopolitiche e i conflitti commerciali caratterizzano più che mai il contesto economico, ma le imprese svizzere danno prova di resilienza e prendono l'iniziativa. La maggior parte delle aziende più grandi vi individua persino nuove opportunità.

24.11.2025

L'essenziale in breve

  • Nei conflitti commerciali, le imprese svizzere individuano soprattutto opportunità derivanti dalla diversificazione delle catene di fornitura o dall'accesso a nuovi mercati

  • Una netta maggioranza ritiene che il potenziamento delle relazioni bilaterali con l'UE possa garantire la forte importanza economica dell'Europa

  • Per quanto riguarda i nuovi mercati in crescita, il 64.1 per cento auspica accordi di libero scambio con regioni quali Asia/Pacifico

  • Le aziende della Svizzera occidentale puntano maggiormente su ricerca e tecnologie verdi e valutano gli ostacoli normativi con minore criticità rispetto alle aziende della Svizzera tedesca

Come testimonia la seconda edizione del Rapporto sulle opportunità, uno studio congiunto di Raiffeisen Svizzera e dell'Istituto di servizi finanziari di Zugo IFZ della Scuola universitaria professionale di Lucerna (HSLU). Circa il 60 per cento delle imprese svizzere scorge delle opportunità nel fragile contesto di mercato e nei conflitti commerciali, per esempio tramite l'apertura di nuovi campi di attività e investimenti in settori del futuro. Allo stesso tempo, però, rispetto all'edizione precedente, più persone intervistate prendono in considerazione una riduzione del personale per prepararsi a possibili flessioni.

 

Tre cambiamenti significativi rispetto all'anno precedente

Rispetto all'edizione precedente, il Rapporto sulle opportunità 2026 evidenzia tre sviluppi fondamentali. In primo luogo, l'intelligenza artificiale (IA) non viene più percepita come una visione futuristica, bensì come una reale opportunità strategica. Oltre il 60 per cento delle aziende vede nell'IA una grande o grandissima opportunità per il proprio modello aziendale; si tratta di un aumento di 5.3 punti percentuali rispetto al 2025 (56.6 per cento). Allo stesso tempo, solo l'1.3 per cento considera l'IA un rischio, un indicatore chiaro del fatto che l'intelligenza artificiale è entrata a far parte della prassi aziendale e viene considerata una leva concreta per aumentare la competitività.

In secondo luogo, le aziende guardano con notevole scetticismo agli interventi statali. Nel 2026, il 55.1 per cento delle aziende valuterà gli interventi statali come un rischio elevato o molto elevato. Esiste tuttavia un chiaro desiderio di misure mirate: il 64.1 per cento degli intervistati auspica nuovi accordi di libero scambio o un ampliamento di quelli esistenti e il 62.5 per cento è favorevole a un'intensificazione delle relazioni con l'UE, al fine di garantire condizioni quadro stabili.

In terzo luogo, il tema della sostenibilità ha perso rilevanza rispetto all'anno precedente: solo l'8.9 per cento delle aziende ritiene infatti che si tratti di una grande opportunità. Allo stesso tempo, aumenta drasticamente la percezione del rischio. Nel frattempo, circa un quarto delle persone intervistate scorge più rischi che opportunità in questo ambito; un'opinione probabilmente riconducibile soprattutto alla crescente burocrazia legata alle regolamentazioni ESG. L'attenzione si concentra invece maggiormente sull'efficienza, sulla digitalizzazione e sullo sviluppo di personale qualificato per garantire la competitività a lungo termine.

 

Desiderio di maggiore avvicinamento all'UE per garantire strette relazioni economiche

Per quanto riguarda le conseguenze economiche dei dazi USA, lo studio traccia un quadro differenziato: mentre il 40.6 per cento delle imprese non prevede alcuna perdita in seguito al nuovo regime tariffario, il 37.5 per cento si attende una leggera flessione del fatturato, compresa tra l'1 e il 5 per cento. In particolare, le imprese più grandi si dimostrano flessibili, diversificando i loro mercati, adeguando le catene di fornitura e sfruttando in modo strategico i mutamenti geopolitici. Allo stesso tempo, molte aziende intravedono anche delle opportunità: il 29.7 per cento afferma di beneficiare sempre più della propria reputazione di partner affidabile, il 25.9 per cento acquisisce nuovi clienti grazie alla diversificazione mirata delle catene di fornitura e il 15 per cento sfrutta strategicamente le lacune del mercato che si creano. «Le aziende svizzere reagiscono alle situazioni difficili con una flessibilità e una resistenza straordinarie, affrontando le attuali incertezze con lungimiranza strategica e sfruttandole come una spinta verso l'innovazione e la differenziazione», afferma Philippe Obrist, Responsabile Clientela aziendale di Raiffeisen Svizzera.

In questo contesto, il 62.5 per cento delle persone intervistate è favorevole a un maggiore avvicinamento della Svizzera all'UE, per garantire la forte importanza economica dell'Europa. Ma lo sguardo è rivolto anche a nuovi mercati in crescita: in particolare, l'India e la regione Asia/Pacifico sono citate come mercati rilevanti, anche se con un notevole distacco rispetto all'UE. Il 64.1 per cento auspica nuovi accordi di libero scambio o un ampliamento di quelli esistenti. «Il messaggio delle aziende è chiaro: vogliono sicurezza nella pianificazione, relazioni stabili e meno regolamentazioni, anziché più interventi statali», afferma il Prof. Dr. Stefan Behringer, Responsabile del Competence Center Controlling dell'IFZ.

 

Le aziende della Svizzera occidentale puntano su innovazione e stabilità

Rispetto all'edizione precedente dello studio, per la prima volta sono state coinvolte nel sondaggio anche aziende della Svizzera occidentale. Ciò ha fatto emergere evidenti differenze regionali: gli ostacoli normativi, per esempio, sono rilevanti solo per il 55 per cento delle aziende della Svizzera francese, mentre nella media svizzera complessiva si supera il 65 per cento. Nella loro strategia d'investimento, le imprese della Svizzera romanda puntano maggiormente su ricerca e sviluppo (37.5 per cento contro il 26.9 per cento complessivo) e sulle tecnologie verdi (25 per cento contro il 15.6 per cento complessivo). Per contro, la formazione e il perfezionamento del personale qualificato sono meno prioritari (27.5 per cento rispetto al 38.4 per cento complessivo). Tutto sommato, risulta quindi che le imprese della Svizzera occidentale puntano maggiormente su innovazione tecnologica e soluzioni sostenibili rispetto alla media dell'intera Svizzera.

 

Informazioni relative al Rapporto sulle opportunità

Il Rapporto sulle opportunità 2026 è il risultato della seconda edizione del sondaggio annuale tra le imprese condotto da Raiffeisen Svizzera in collaborazione con l'Istituto di servizi finanziari di Zugo IFZ della Scuola universitaria professionale di Lucerna (HSLU). Per questa edizione, tra agosto e settembre 2025, sono stati intervistati complessivamente 320 dirigenti di imprese svizzere di medie e grandi dimensioni. Un quinto delle persone intervistate lavora in aziende con fatturato superiore a 500 milioni di franchi e oltre il 40 per cento ha più di 250 collaboratori. Lo studio viene condotto ogni anno con l'obiettivo di evidenziare le opportunità, i rischi e le aspettative politiche dell'economia svizzera e di individuare tempestivamente le tendenze

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