È esplicito obiettivo del Consiglio di Amministrazione, in caso di corrispondente situazione finanziaria della Cassa pensioni, trattare in modo per quanto possibile uguale i diversi gruppi di assicurati nella partecipazione agli utili. Ciò deve avvenire innanzi tutto tramite la medesima remunerazione degli averi di vecchiaia e dei capitali di copertura delle rendite per l’ammontare del tasso d’interesse tecnico (dal 2023: 2,0%).

Prima della decisione del Consiglio di Amministrazione in merito alla remunerazione, i rappresentanti del gruppo di lavoro dei delegati «Remunerazione dell’avere di vecchiaia» possono portare le loro argomentazioni e le loro opinioni in merito all’ammontare della remunerazione.

Il tasso d’interesse definitivo viene versato il 31 dicembre, ovvero viene corrisposto agli assicurati che al 31 dicembre dell’esercizio sono affiliati alla Cassa pensioni. 

Con il nostro modello di Partecipazione alle eccedenze facciamo partecipare i nostri membri al risultato d’investimento della nostra Cassa pensioni. Nel concreto, gli assicurati attivi e i beneficiari di rendita aventi diritto ricevono una remunerazione supplementare nel caso in cui a fine ottobre dell’anno corrispondente siano disponibili fondi liberi (il grado di copertura è superiore all’obiettivo del 117% incl. riserva per variazioni di valore). Maggiori informazioni sulla Partecipazione alle eccedenze sono disponibili su «La vostra previdenza presso Raiffeisen».

La Legge sulla previdenza professionale prevede la possibilità di finanziare le cosiddette lacune previdenziali mediante riscatti personali.

Una lacuna previdenziale non è altro che la differenza capitalizzata tra le vostre prestazioni di vecchiaia attualmente previste e le prestazioni massime che ricevereste se a partire dai 20 anni di età fino all’età pensionabile ordinaria di 65 anni foste stati assicurati presso di noi con il vostro attuale salario annuo e con i contributi di risparmio regolamentari attualmente validi.

Il rimborso di un prelievo per divorzio risp. lo scioglimento di un’unione domestica registrata viene sostanzialmente gestito come un riscatto personale.

In linea di principio, i riscatti personali sono fiscalmente deducibili. La decisione relativa al trattamento fiscale concreto spetta all’autorità fiscale di competenza.

La somma di riscatto massima consentita dipende dal salario, dal rispettivo andamento e dai vostri contributi di risparmio passati e presenti. Questi fattori possono cambiare, pertanto i dati riportati nel certificato di assicurazione rappresentano una situazione momentanea. 

Nel portale membri «Pension-R» potete simulare le vostre attuali opzioni di riscatto in base alla vostra specifica situazione previdenziale e avviare direttamente il processo di riscatto.
 

Nota: Nel calcolo delle somme massime di riscatto, oltre all’avere disponibile nel piano di base e nel piano bonus nonché sul conto PA, vengono inclusi anche i seguenti averi:

• Averi nel pilastro 3a. Interessa particolarmente le persone che hanno effettuato versamenti nel pilastro 3a già prima del venticinquesimo anno d’età o che hanno svolto un’attività lavorativa indipendente e durante questo periodo hanno effettuato un’importante detrazione nel pilastro 3a.

• Avere disponibile su conti e polizze di libero passaggio del 2° pilastro

• Prelievo di prestazioni di vecchiaia (rendita e/o capitale) di un’istituzione di previdenza

Prelievi anticipati per la proprietà d’abitazione

I prelievi anticipati dalla Cassa pensioni per finanziare la proprietà d’abitazione devono essere integralmente restituiti prima di un riscatto personale, indipendentemente dall’istituto di previdenza o di libero passaggio dal quale è stato effettuato il prelievo.

Sì. Se in caso di decesso è dovuta una rendita al coniuge, al partner registrato o al partner di vita, i vostri riscatti personali nel piano di base e nel piano bonus effettuati dopo il 1º gennaio 2005 vengono versati come capitale in caso di decesso. Lo stesso vale per i riscatti nelle casse pensioni precedenti (l’attestazione va presentata solo nel caso concreto a cura dei superstiti aventi diritto). L’avere disponibile sul conto PA viene corrisposto sempre come capitale di decesso.

Se in caso di decesso non viene corrisposta alcuna rendita al coniuge, al partner registrato o al partner di vita, l’intero avere disponibile viene versato nel piano di base e nel piano bonus nonché sul conto PA come capitale di decesso.

Sì, sostanzialmente i riscatti personali sono deducibili dal reddito imponibile.

La decisione sulla capacità di deduzione del riscatto spetta tuttavia in ogni caso alle autorità fiscali e la Cassa pensione non si assume alcuna responsabilità.

In linea generale sì – tuttavia dopo un riscatto vi è un periodo di blocco triennale. Bisogna in tal caso distinguere tra la gestione di diritto previdenziale e quella di diritto fiscale: 

• Ai sensi della LPP l’avere versato negli ultimi tre anni prima del prelievo del capitale non può essere percepito come capitale. 
• Di norma l’autorità fiscale va ancora oltre, negando con effetto retroattivo la riduzione del reddito imponibile concessa per effetto dei riscatti personali. Sono esclusi i riscatti per il rimborso di un prelievo anticipato divorzio risp. per lo scioglimento di un’unione domestica registrata.
• Chi vuole effettuare un prelievo anticipato per abitazione di proprietà a uso proprio durante il periodo di blocco di tre anni o vuole prelevare le prestazioni di vecchiaia interamente o in parte come capitale, dovrebbe in ogni caso dapprima chiarire con l’autorità fiscale di competenza il trattamento fiscale di tali riscatti/riscossioni di capitale.